| Mettevo qui di seguito la seconda versione della prefazione a un racconto che mai pubblicherò:
Io non mi fido di chi parla dei sogni. Faccio fatica. Magari poi mi sbaglio, magari chi ne parla ha piena coscienza di ciò che vuole dire, ci ha pensato, ci ha riflettuto. Magari no. E’ tutto così caotico. “Io credo nei sogni”. Che vuoi dire? Io credo nell’analisi freudiana? Io credo nei sogni premonitori? Io credo in un mondo migliore? Io credo ai desideri di felicità? Io credo a ciò che non esiste? Io credo nelle mete della vita? Io credo alle illusioni? Io credo? Io? ? “Io credo nei sogni”. Sei uno psicanalista? Sei un cantante di quelli che ti vogliono mostrare che hanno capito tutto della vita mentre poi…? Sei un idiota? Sei una persona piena di speranza? Sei un perdente? Sei un credente? Sei un divinatore? Sei uno che vive al di fuori della realtà? Sei uno che la realtà la vuole cambiare? Sei uno con percezioni extrasensoriali? Sei? Cinque? Quattro? Tre? Due? Uno? Zero. “Io credo nei sogni” “Anch’io! L’altro giorno ho sognato che trovavo venti euro per terra, e la mattina ho trovato venti centesimi!” “No, non intendevo quello!” “Ah… no, io sono più con i piedi per terra, non mi perdo nelle mie fantasie…” “Ma noooo!! Non intendevo neppure quello!” “Ah… non mi dire che sei un giovane rivoluzionario che crede di poter far diventare il mondo uno di quei posti dove sono tutti uguali? Dai, quelle robe sono anche passate di moda!” “Non intendevo neppure quello!” “E allora cosa intendevi?” “Intendevo che sono uno che crede di poter arrivare alla mia meta!” “Ah, bello! Mi piacciono le persone che sanno cosa vogliono e ci mettono tutto per arrivarvi! Se non sono indiscreto, qual è la tua meta?” “Diventare un supereroe” “Ah… allora sei un pirla” “…” “…” “… sì, sono un pirla” “E non potevi dirlo subito?” “…” “…” “non mi era molto chiaro il significato di sogni” “E non potevi trovare una parola più adatta?” “…” “…” “… tipo?” “Beh, invece che “io credo nei sogni”, dire “io sono un pirla”” “…” “…” E così perdi mezz’ora della tua vita per un’incomprensione che poteva benissimo essere evitata. E’ nebuloso come termine. Sogni. Già cominci a vedere una strana foschia quando lo pronunci. Sogni, sogni, sogni, sogni, sogni, sogni, sogni, sogni, sogni. Già non vedi più niente. Aspetta un po’ che ti ritorni la vista. … … … … Ecco, va meglio? Bene. Immaginiamo che esista solo la parola “sogno” per spiegare ciascuno dei suoi significati. La conversazione di prima diventerebbe più o meno così: “Io credo nei sogni” “Anch’io! L’altro giorno ho sognato una cosa che è diventata realtà” “Ah, sì? Spero che presto succeda anche a me. Ti capita spesso di sognare?” “Beh… tutte le notti sogno” “Ah, e perché il giorno no?” “Tu sogni anche durante il giorno?” “No, sogno solo durante la notte” “Ecco” “Ma sogno anche durante il giorno” “Come?” “Non è poi che sogno, in realtà sogno” “Ma sogni o sogni?” “Sogno” “Ma sogni sogni o sogni sogni?” “Sogno sogno” “Io difficilmente sogno sogno… però la notte, come ti ho detto, sogno.” “no, no, io sogno sogno” “Io non ci riesco a sognare sognare… sono uno che con i sogni sogni ci va poco d’accordo” “Mi spiace” “Anche a me” “…” “…” Il dialogo è un po’ più breve. Ciò che invece non va è il significato. Quando diciamo "sogno" sappiamo davvero cosa stiamo dicendo? Volta per volta. Contesto per contesto. Facciamo fatica. Questo è indubbio. Esempio celebre: "Siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni. E le nostre vite sono in un breve sonno conchiuse." Se escludessimo il secondo periodo, quello dopo il punto, equipareremmo il Bardo a un illuso adolescente. Ma il secondo periodo, purtroppo per gli illusi adolescenti, c'è e ci dice che la vita è illusione, non che la vita è un "meraviglioso sogno ad occhi aperti". Ci dice che forse non esistiamo. Non che siamo "magici". Due significati così diversi. Una sola parola. Una sola parola. Così enigmatica. Si presta così bene per le canzoni. Proprio per l'enigma che porta dentro. Ci si può leggere di tutto. Cosicché anche il più imbecille degli stupidi può essere visto come il più nobile dei pensatori. Se davvero esiste il più imbecille degli stupidi. Se davvero esiste il più nobile dei pensatori. Perché anche "il più imbecille degli stupidi" ha qualcosa da dire. Ma non sempre ne è capace. Questa parola forse esiste proprio per permettergli di dire quello che ha da dire, al di là di facili condanne e di facili qualunquismi. Non voglio processare nessuno. Non sto portando avanti alcuna tesi. Sto solo pensando al gran caos di questa strana parola. Sogni. Che confusione. Sogni. Che enigma. Sogni. Sogni. Sogni… Già non vedi più niente.
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